Il gioco di parole presente nel titolo vuole sottolineare il ruolo potenziale della citopatologia nello studio delle cellule tumorali circolanti (CTCs), passando così dalla Fine Needle Cytology alla "Needle-Free" Cytology.
L'unico ago che resterebbe in gioco potrebbe essere quello del prelievo di sangue, una sorta di liquid biopsy utile nel follow-up dei pazienti con carcinoma. Recentemente infatti, è stato sviluppato un sistema automatizzato di "filtraggio" cellulare su base dimensionale (ISET) che permette di concentrare e isolare le cellule circolanti non ematologiche (CNHCs), colorarle con il May-Grünwald-Giemsa modificato e valutarle al microscopio adoperando i criteri morfologici di malignità consolidati da più di un secolo (anisonucleosi, nucleomegalia, irregolarita nucleari ecc..). Altri sistemi di cell-sorting basati su immunomarker epiteliali sembrano invece avere meno chance di "catturare" le CNHCs, a causa della tendenza delle cellule in transit a perdere il fenotipo epiteliale (il fenomeno della transizione epiteliale-mesenchimale fotografato in istologia come "budding" peritumorale). Naturalmente questa metodologia si porta dietro tutti i vantaggi e i limiti della citopatologia tradizionale ed è auspicabile che tecniche ancillari immunocitochimiche e molecolari possano potenziarla.
Il professor Vielh del dipartimento di Citopatologia dell' Istituto Gustave Roussy di Parigi è uno dei principali studiosi del ruolo in citologia clinica delle cellule tumorali circolanti e, insieme ad altri ospiti italiani ed internazionali, interverrà lunedi 3 ottobre nel corso del II Congresso di Molecular Cytopathology, presso il Centro Congressi Federico II in Via Partenope. Accorrete numerosi! (INFO)
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