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martedì 6 gennaio 2015

AN UPDATE IN IMMUNOHISTOCHEMISTRY (PART I and II)

This 2-part special issue features 14 review articles with an attempt to cover IHC automation, standardization of diagnostic IHC, and the role of IHC in diagnosing tumors in major organs and tumors of unknown primary. This series begins with an article emphasizing standardization of diagnostic IHC in the preanalytic, analytic, and postanalytic phases, with a specific focus on (1) newly proposed guidelines on antibody validation from the College of American Pathologists Pathology and Laboratory Quality Center, (2) testing/optimizing a new antibody and troubleshooting, (3) interpreting and reporting IHC assay results, (4) continuing quality improvement programs, and (5) developing and implementing the concept of best practices in IHC.

from Fan Lin (2014) Evolving Practices of Diagnostic Immunohistochemistry. Archives of Pathology & Laboratory Medicine: December 2014, Vol. 138, No. 12, pp. 1561-1563.


Standardization of Diagnostic Immunohistochemistry: Literature Review and Geisinger Experience

Overview of Automated Immunohistochemistry

Immunohistochemistry in Undifferentiated Neoplasm/Tumor of Uncertain Origin

Utility of Immunohistochemistry in the Diagnosis of Pleuropulmonary and Mediastinal Cancers: A Review and Update

Application of Immunohistochemistry in Breast Pathology: A Review and Update

The Application of Immunohistochemical Biomarkers in Urologic Surgical Pathology

New Immunohistochemistry for B-Cell Lymphoma and Hodgkin Lymphoma


Application of Immunohistochemistry in Gastrointestinal and Liver Neoplasms: New Markers and Evolving Practice

Utility of Immunohistochemistry in the Pancreatobiliary Tract

The Utility of Immunohistochemistry in the Differential Diagnosis of Gynecologic Disorders

Review and Updates of Immunohistochemistry in Selected Salivary Gland and Head and Neck Tumors

Application of Immunohistochemistry in Thyroid Pathology

Immunohistochemistry in Dermatopathology

An Update on the Application of Newly Described Immunohistochemical Markers in Soft Tissue Pathology

lunedì 1 dicembre 2014

martedì 22 aprile 2014

Journal Club #3: H. pylori detected by PCR-based technique.

PCR-based techniques may substitute the hystochemical and immunohistochemical stainings in the detection of H. pylori in gastric biopsy. Moreover, these new assays can identify mutations that predict antibiotic resistance, avoiding the time-consuming coltures.

Bibliography.

Schmitt BH, Regner M, Mangold KA, Thomson RB Jr, Kaul KL. PCR detection of clarithromycin-susceptible and -resistant Helicobacter pylori from formalin-fixed, paraffin-embedded gastric biopsies. Mod Pathol. 2013 Sep;26(9):1222-7.

Weiss J, Tsang TK, Meng X, Zhang H, Kilner E, Wang E, Watkin W. Detection of Helicobacter pylori gastritis by PCR: correlation with inflammation scores and immunohistochemical and CLOtest findings. Am J Clin Pathol. 2008 Jan;129(1):89-96.

Yantiss RK, Lamps LW. To stain or not to stain...That remains the question. Am J Clin Pathol. 2012 Mar;137(3):343-5. 
Comment on
Hartman DJ, Owens SR. Are routine ancillary stains required to diagnose Helicobacter infection in gastric biopsy specimens? An institutional quality assurance review. Am J Clin Pathol. 2012 Feb;137(2):255-60.


lunedì 11 marzo 2013

Colorectal cancer: surgical pathology practice guidelines

Caro PATHfinder,

se può essere utile, voglio passarti un piccolo contributo sul cancro del colon.

Ti allego alcuni articoli di Quirke molto didattici che spiegano qual è il metodo e l'obiettivo del patologo nella diagnosi dei tumori del retto. Due articoli spiegano molto chiaramente tutte le possibili lesioni che vanno diagnosticate; un articolo guida nel report macroscopico e microscopico, un altro spiega bene qual è il significato del margine radiale nelle resezioni del retto e come va valutato.
Penso possa essere molto d'aiuto per tutti.

Ciao

Severo Campione, MD.

domenica 6 gennaio 2013

Discovered on (but not restricted to) GIST

L' Anoctamin-1 (ANO1) è una proteina canale del cloro calcio-attivata inizialmente descritta nei GIST, nota anche con il nome di Discovered on Gist 1 (DOG1). L' anticorpo commerciale anti-DOG1 è quindi  entrato rapidamente a far parte della famiglia dei markers per i GIST ed è utile soprattutto nei rari GIST negativi per cKIT. Studi successivi hanno però mostrato come l' espressione di questa proteina non fosse limitata ai soli GIST. Infatti DOG1 rappresenta un marker di differenziazione acinare sia nelle ghiandole salivari che nel pancreas ed è stato osservato inoltre anche nei condroblastomi. Ma nulla e più preoccupante, dal punto di vista diagnostico differenziale, dell' espressione di DOG1 in un subset di leiomiomi, sarcomi sinoviali e leiomiosarcomi, in questi ultimi anche (raramente) in associazione con il cKIT. Questo ci ricorda la necessità di adoperare sempre con cautela le nostre armi immunoistochimiche, da utilizzare preferibilmente in associazione e inscrivendole nel più ampio quadro clinico e morfologico.

Bibliografia:


Chênevert J, et al.  DOG1: a novel marker of salivary acinar and intercalated duct differentiation. Mod Pathol. 2012 Jul;25(7):919-29.



Sah SP, McCluggage WG. DOG1 immunoreactivity in uterine leiomyosarcomas. J Clin Pathol. 2013 Jan;66(1):40-3.


giovedì 9 febbraio 2012

Barrett's Esophagus: is the intestinal metaplasia truly dead?

In un post di qualche tempo fa (link), erano state discusse alcune recenti evidenze che indicherebbero anche per l'esofago di Barrett non intestinalizzato un rischio di progressione ad adenocarcinoma sovrapponibile a quello con metaplasia intestinale. Questa conclusione potrebbe avere importanti ripercussioni sul management dei pazienti, con un aumento dei costi legato all'incremento della popolazione da sottoporre a stretto follow-up.
Un recente paper di Chandrasoma et al. rimette in discussione tali affermazioni, dimostrando efficacemente che queste conclusioni potrebbero essere ascrivibili esclusivamente ad un problema di sampling. Infatti, applicando un estensivo protocollo di campionamento endoscopico, gli autori hanno dimostrato che la metaplasia intestinale era costantemente presente nella popolazione di studio con displasia/adenocarcinoma. Gli Autori suggeriscono quindi che gli studi su campioni bioptici o chirurgici, concentrandosi sul campionamento della lesione principale, ignorino le aree di mucosa adiacenti. Questo approccio potrebbe essere responsabile della mancata rilevazione della metaplasia intestinale con sottostima dell'associazione fra quest'ultima e il rischio di progressione ad adenocarcinoma.

Bibliografia:

Chandrasoma P et al., Columnar-lined esophagus without intestinal metaplasia has no proven risk of adenocarcinoma. Am J Surg Pathol. 2012 Jan;36(1):1-7.

giovedì 24 novembre 2011

Grading nella rettocolite ulcerosa.

Ricevo e posto un interessante contributo del dott. S. Campione.

Vi segnalo due pubblicazioni dove si propone uno scoring per la refertazione istologica della malattia infiammatoria cronica intestinale (un po' come l'OLGA riassume con un numero il grado di evoluzione della gastrite). Si tratta innanzitutto del lavoro di Geboes pubblicato nel 2000 su Gut, che schematizza in 6 differenti punti le caratterisiche che noi refertiamo in maniera discorsiva (deplezione ghiandolare..infiltrato infiammatorio prevalentemente cronico...focale criptite etc) e dà per ognuno di loro un punteggio da 0 a 3. Questo è molto utile soprattutto per gli specializzandi, come guida nell' osservazione delle singole lesioni che compongono il quadro morfologico, in modo tale da dar loro una quantizzazione oggettiva. Questo lavoro però non fornisce un punteggio finale ed è solo di supporto alla descrizione microscopica. Al contrario, nel lavoro di Zhong troviamo una conversione di tali dati in uno score finale più utile ai fini diagnostici.

Bibliografia:

Geboes K. et al, A reproducible grading scale for histological assessment of inflammation in ulcerative colitis. Gut. 2000 Sep;47(3):404-9.

Zhong YQ. et al, Effects of sulfasalazine on biopsy mucosal pathologies and histological grading of patients with active ulcerative colitis. World J Gastroenterol. 2005 Jul 28;11(28):4435-8.

Grading sec. Geboes, GUT 2000.

lunedì 8 agosto 2011

Barrett's Esophagus: is intestinal metaplasia dead?

In base alle ultime evidenze epidemiologiche e molecolari, la definizione istologica di esofago di Barrett  è cambiata: non è più obbligatoria l'identificazione delle goblet cells per fare diagnosi di Barrett perchè anche la metaplasia colonnare cardia-type sembra avere un potenziale di trasformazione neoplastica. Questo però ci riporta alla vexata questio: la mucosa cardiale è fisiologica o è sempre espressione di un riadattamento morfofunzionale anche nel  tratto prossimale di stomaco (il cardias anatomicamente inteso)? Gli studi autoptici su coorti pediatriche e di adulti sembrano confermare quest'ultima ipotesi, sebbene la diatriba non sia affato conclusa. La diagnosi di esofago di Barrett è quindi sempre più una diagnosi insieme endoscopica e bioptica, con la possibilità comunque di avvalersi di alcuni "tricks" morfologici (epitelio multistratificato, muscolaris mucosae "sdoppiata", palisaded vessels ecc..) che possono suggerire, su piccole biopsie, l'origine esofagea della mucosa metaplastica.