domenica 8 gennaio 2012

Butterflies in a glass jar.

L'articolo de la Repubblica segnalatomi da Severo (Inaugurato il 'cimitero dei feti'. Santori: "Un inno alla vita"), mi ha riportato alla memoria lo scandalo dell' Alder Hey Children's Hospital di Liverpool (LINK), episodio fra gli ispiratori della scelta del film proiettato recentemente al Cineforum. In questo ospedale inglese, il patologo responsabile delle autopsie perinatali ha conservato dal 1988 al 1995 organi provenienti da circa 850 feti. Oltre al fatto che non era stato chiesto alcun consenso informato, nessun fine scientifico e didattico era pensato per i 2000 barattoli conservati nel sottosuolo dell'Alder Hey; solo una piccola parte del materiale era stato infatti utilizzato a fini di ricerca. Questo scandalo ha portato all' Human Tissue Act 2004 e alla creazione dell' Human Tissue Authority. Fra le interviste ai genitori, che in alcune occasioni hanno rinnovato il dolore della loro perdita, con la necessità di effettuare nuove esequie ogni volta che un organo veniva riconosciuto come appartenente al proprio figlio, mi ha colpito quella di una madre: It didn't seem right a heart belonging to my child could be part of a collection like butterflies, or insects, something to be visited and looked at.  
Ogni giorno, per motivi di formazione professionale o per ricerca, ci confrontiamo con la necessità di trattenere i tessuti biologici considerandoli  esclusivamente materiale di studio, dimenticando talora l'umanità sofferente che c'è dietro. La consapevolezza che un corretto ed esaustivo dialogo con i parenti potrebbe permettere l'utilizzo a fini scientifici del materiale biologico dei loro cari, deve spronarci  a ricercare sempre la possibilità di un consenso informato che garantisca la nostra etica professionale.


Matching Dresses.

Sixth plate daguerreotype. ca 1850. 

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