martedì 29 gennaio 2013

Surgical Pathology Snapshot #10: a 1.600 years old woman



Woman, aged 30-40 at the time of the death.

What's your diagnosis?


domenica 20 gennaio 2013

Dissection: a rite of passage

La pratica settoria su cadavere è stata per molto tempo fondamentale negli studi di medicina. Come è accaduto per i riscontri diagnostici, anche la pratica anatomica ha risentito dei tempi attuali, dove  le ricostruzioni digitali hanno via via eliminato la necessità di disporre concretamente di materiale cadaverico. Ma c'era un tempo in cui il corso di anatomia rappresentava un rito di passaggio, che i giovani studenti americani immortalavano all' alba dell' era fotografica. Quei giovani studenti con abiti antiquati, morti anch' essi come i loro soggetti di studio, ci osservano intorno ai cadaveri su cui facevano pratica di anatomia. Era un' epoca ai confini della morale e della legge, dove i cosiddetti resurresionists (i body snatchers di cui abbiamo visto le gesta romanzate nel primo cineforum) rifornivano le scuole di medicina con cadaveri per lo più di condannati, poveri ed afro-americani. La segregazione razziale continuava anche dopo la morte, ed in numerose fotografie si possono osservare futuri medici, prevalentemente bianchi, sezionare cadaveri, prevalentemente neri. Al Museum of London e' in corso  una mostra sul recente ritrovamento,  nel cimitero del Royal London Hospital, di numerosi scheletri risalenti a fine '800 con evidenti segni di pratiche settorie, testimonianza archeologica dell' attività dei resurresionists e della loro intima relazione con le scuole di medicina e chirurgia.  Fra le memorie italiane di questo "rito di passaggio", l' unica che ricordo è quella del poeta Salvatore di Giacomo, un' esperienza terribile che, fortunatamente per noi, lo ha strappato agli studi di medicina. Ecco di seguito la sua testimonianza autobiografica apparsa nell' Occhialetto di Napoli nel 1886:
Nello scorcio d’un malinconico ottobre, una mattina, tra le otto e le nove, mi avviavo  lentamente alla lezione d’anatomia, su per le scale di Sant’Aniello a Caponapoli. Pioviccicava; era una pioggerella diaccia e sottile che penetrava le ossa, una di quelle tristezze lagrimose con cui il cielo diventato grigio principia a piangere l’estate che se ne va. La scala era deserta e muta; [...]. Con le mani in saccoccia, il sigaro inumidito tra le labbra, soffrendo orribilmente a cagione d’uno stivalino troppo stretto, io salivo quel calvario dei miei diciott’ anni e pigliavo per l’ anfiteatro anatomico, col buon volere che avrebbe mosso un condannato a far la via del patibolo. Non so bene se ancora esista  quell' indegna cantina della morte, dove i cadaveri degli Incurabili si sciorinavano in tutta la miseria delle loro carni. [...]. I morti arrivati di fresco dormono in quella stanzetta a man destra, nudi, stesi supini, in una sacrilega confusione di sesso. [...]. Mettete l’ occhio all' inferriata d’un finestrino; ecco là, sulla panca bruttata di sangue, un cadavere giovanile, con le braccia penzoloni, la testa rasa, rovesciata. [...] Se avete coraggio, spingete ancora un usciolino in fondo: questa che segue è la bottega delle ossa; gli studenti vi possono comperare un paio di stinchi, un lucido cranio, una mandibola, una rotella, l’ umano bambù d 'una spina dorsale..
   Non so come, non so perché io scesi, in quella mattina, assalito da un indefinibile presentimento, la scala del deposito. Entrai, di mala voglia, nella sala in cui il professore anatomizzava, e mi posi in mezzo ai compagni miei, che guardavano, con attenzione grande  il cadavere d'un vecchio. Poco prima, seppi, uno di loro s'era svenuto. Era un novizio, un abruzzese, gentile e non forte. Ma come il professore aveva conciato quel vecchio morto!... [...]. Al meglio della lezione, uscii dalla sala. Non ne potevo più; mi si rivoltava lo stomaco. Senza guardarmi attorno, senza salutare nessuno, infilai il corridoio e feci per ascendere, in fretta e furia, la scaletta. In cima un bidello si preparava a discendere, con in capo una tinozza di membra umane. I gradini della scaletta, su per i quali erano passate centinaia di scarpe goccianti, parevano insaponati. Il bidello scivolò, la tinozza - Dio mio! - la tinozza rovesciata sparse per la scala il suo contenuto, e, in un attimo, tre o quattro teste mazze, inseguite da gambe sanguinanti, saltarono per la scala fino a' miei piedi! Di sopra il bidello urlava e sacramentava, raggomitolato in un angolo, aferrandosi una gamba lussata...
Quell’ inserviente, dalla faccia butterata e cinico, dall’ aria insolente, dalla voce sempre rauca, com' egli era sempre oscenamente avvinazzato, si chiamava Ferdinando. Per la faccia sua, cincischiata a quel modo, i compagni lo chiamavano, napoletanamente, Setaccio. lo devo la mia salvazione a Setaccio, perché da quel giorno la cantina dei cadaveri non mi vide più e nemmanco l’ Università, dove compivo il terzo anno di medicina.
Dissection at the Yale School of Medicine around 1910. From the book Dissection.


Bibliografia:

domenica 6 gennaio 2013

Discovered on (but not restricted to) GIST

L' Anoctamin-1 (ANO1) è una proteina canale del cloro calcio-attivata inizialmente descritta nei GIST, nota anche con il nome di Discovered on Gist 1 (DOG1). L' anticorpo commerciale anti-DOG1 è quindi  entrato rapidamente a far parte della famiglia dei markers per i GIST ed è utile soprattutto nei rari GIST negativi per cKIT. Studi successivi hanno però mostrato come l' espressione di questa proteina non fosse limitata ai soli GIST. Infatti DOG1 rappresenta un marker di differenziazione acinare sia nelle ghiandole salivari che nel pancreas ed è stato osservato inoltre anche nei condroblastomi. Ma nulla e più preoccupante, dal punto di vista diagnostico differenziale, dell' espressione di DOG1 in un subset di leiomiomi, sarcomi sinoviali e leiomiosarcomi, in questi ultimi anche (raramente) in associazione con il cKIT. Questo ci ricorda la necessità di adoperare sempre con cautela le nostre armi immunoistochimiche, da utilizzare preferibilmente in associazione e inscrivendole nel più ampio quadro clinico e morfologico.

Bibliografia:


Chênevert J, et al.  DOG1: a novel marker of salivary acinar and intercalated duct differentiation. Mod Pathol. 2012 Jul;25(7):919-29.



Sah SP, McCluggage WG. DOG1 immunoreactivity in uterine leiomyosarcomas. J Clin Pathol. 2013 Jan;66(1):40-3.


giovedì 3 gennaio 2013

Patologie presepiali

Restando ancora per qualche giorno in tema natalizio, vorrei proporvi le immagini di due pastori del diciottesimo secolo. L' arte presepiale, soprattutto nel '700, era caratterizzata da un (iper)realismo grottesco e barocco con cui venivano rappresentate scene e personaggi della Napoli dei vicoli e delle campagne circostanti. Molto spesso gli artisti indugiavano nella rappresentazione dei difetti, e quindi non poteva mancare anche quella delle condizioni patologiche, soprattutto di patologie così diffuse sul nostro territorio come quelle della tiroide. L' ampio ma diffuso ingrossamento della tiroide della figura giovane è più probabilmente dovuto ad una patologia benigna tipo gozzo, mentre la tumefazione monolaterale della vecchia, che sembra anche aver perso peso, potrebbe essere un segno di patologia maligna. E voi, cosa ne pensate?

Le figure fanno parte della collezione della Harvey Cushing/John Hay Whitney Medical Library della Yale University di New Haven, Connecticut e furono donate da Mr. Anthony Van Wagenen figlio della dottoressa Gertrude Van Wagenen, una pioniera nel campo della endocrinologia della riproduzione.






Fonte: