Pubblico un estratto dalla lettera del prof. Pileri sulla scomparsa di Karl Lennert (la lettera integrale è raggiungibile
qui)
Stefano tu sai chi era Tommaso?". Risposi: "Karl, intendi San Tommaso?". Ed Egli disse: "Sì. Non credo, se non vedo!". Ogni giorno, discutemmo i casi rivisti, facendo entrambi un salto all'indietro nel tempo, ritornando al 1980, quando giovane "guest" a Kiel iniziai a confrontarmi con lui, studiando la linfoadenite di Kikuchi, che scoprimmo interessare anche la popolazione Europea. Come allora, i Suoi occhi di un azzurro profondo, che brillavano di luce propria, coglievano i minimi dettagli che, genialmente, rielaborava in principi fisiopatologici. Quei principi che a noi, Suoi allievi, spettava di validare con le tecnologie più avanzate e sofisticate del momento.
Potrei definire Karl un "visionario" nel senso più alto e nobile della parola, perché capace di immense intuizioni, un visionario tuttavia guidato da un rigore metodologico unico, che non si beava mai della propria genialità, ma cercava sempre la prova provata. Ciò che dovrebbe essere ogni vero "Scientist".
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