lunedì 10 ottobre 2011

Il cadavere esposto.


La plastinazione, tecnica messa appunto dal patologo tedesco Gunther von Hagens verso la fine degli anni settanta del secolo scorso, consente di impregnare i tessuti biologici opportunamente deidratati (in maniera simile alla routinaria processazione istologica) con polimeri a base di silicone e resine epossidiche, redendo possibile la conservazione a temperatura ambiente di preparati anatomici inalterati nella forma e nel colore. La vera rivoluzione di questo singolare anatomista moderno, sta nell'applicazione della tecnica a interi cadaveri opportunamente dissezionati, esposti con finalità ludo-educative in grandi installazioni che hanno fatto il giro del mondo e che ora sono giunte in Italia, a Roma. L'esposizione di cadaveri plastinati in varie pose che scimmiottano le attività dei "viventi" (dal giocatore di basket  al suonatore di chitarra) rischia però di far passare in secondo piano le potenzialità "professionali" (didattiche e scientifiche) della plastinazione, generando nello spettatore un voyeurismo morboso molto simile a quello che muoveva il pubblico dei secoli scorsi ad assistere ai "freak show" e alle esecuzioni dei condannati a morte. Già Andrea Vesalio nelle illustrazioni della sua Fabrica, mostrava il cadavere vivente collaborare alla sua stessa dissezione, una allegoria della morte al servizio della vita. Questi presupposti etici però, non sono sempre ben rintracciabili nel lavoro di von Hagens, tanto che qualcuno senza troppo sbagliare lo ha definito "Walt Disney of Death".

Bibliografia:

La mostra Body Worlds a Roma, fino al 12 febbraio 2012 (link).


Moore CM, Brown CM. Gunther von Hagens and Body Worlds : the anatomist as prosektor and proplastiker. Anat Rec B New Anat. 2004 Jan; Mar (Part 1, Part 2).



G. von Hagens, The Basketball Player, Body Worlds.

A. Vesalius, De humani corporis fabrica, 1543



4 commenti:

  1. Mah! Così "a pelle" mi sembra un gran baraccone!La tecnica adoperata è senza dubbio interessante ma l'impiego che se ne fa pare andare ben oltre le "finalità ludo-educative". In ogni caso propongo una gita degli specializzandi a Roma per valutare "de visu" il valore di tali "opere"...magari passando prima per il Museo Anatomico di Napoli che (a mio avviso)merita molto di più!

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  2. Andando oltre il clamore mediatico che accompagna questa mostra e conoscendo l'intero operato del dott. G. von Hagens, l'intento educativo appare più chiaro. Qualche anno fa, infatti, il dott. von Hagens diede il via ad un ciclo di trasmissioni televisive in cui, partendo da un campione plastinato, un organo o un intero apparato venivano descritti dal punto di vista anatomico-funzionale-istologico. Non credo si tratti di immagini adatte al "grande pubblico", ma la terminologia e i modelli fisiologici utilizzati rappresentano un ottimo spunto di riflessione ed approfondimento, ad esempio, per uno studente in medicina (spunto che, all'epoca dell'esame di fisiologia, ho ampiamente sfruttato ;D)....e, perchè no, per uno specializzando che abbia voglia di rispolverare cenni di anatomia e fisiologia in modo meno "tradizionale". I video sono disponibili su youtube in lingua inglese e, se non ricordo male, sottotitoli in tedesco :D(Autopsy: Life & Death. Dott G. von Hagens)

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  3. Ho scaricato i video a cui accennava 'Helena' e li ho trovati davvero interessanti. Si vede che von Hagens ha una particolare propensione alla spettacolarizzazione, ma resta sempre e comunque professionale nel suo operato che trovo, come diceva Helena, utile per rinfrescare un po' di nozioni di Anatomia.

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  4. In realtà credo che questo post facesse riferimento alla mostra e non all'intero operato del Dott. von Hagens che senza dubbio può essere interessante ed utile.:)

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